Il dibattito pubblico intorno alla manifestazione "Se non ora, quando?" ha preso, in sostanza, due direzioni, opposte.
Da un lato ci sono le promotrici della piazza, le tante donne che hanno deciso di manifestare, chiedendo le dimissioni, esplicite, del Premier. In ballo c'è l'idea stessa di società, il racconto collettivo, la narrazione dell'Italia: manifestare è significato volere rappresentare un'altra idea di Paese. Forse indignato, persino moralista, secondo i detrattori, magari bigotto. Ma diverso da oggi. La domanda "se non ora quando?" potrebbe essere idealmente estesa al passato, all'epoca del berlusconismo in ogni sua declinazione, cambierebbe poco. Cosa c'è di diverso ora?
L'altra direzione del dibattito è rappresentata dagli anti-anti-berlusconi uniti con i berlusconiani. perchè, in soldoni, la difesa dell'idea di società passa attraverso la personalizzazione dello scontro, attraverso le abitudini del premier. L'idea chiave è quella della libertà alla quale non possono essere posti limiti se non di pubblica rilevanza. Ineccepibile, ma anche stavolta c'è una domanda inevasa: quanto la vicenda Ruby è privata?
nel mentre del dibattito, ecco una piccola riflessione sulla parola chiave della manifestazione: indignazione.
Nessun commento:
Posta un commento